Risposta del Prof. Henriquet all’articolo di Peppino Ortoleva “Oppioidi sintetici- L’amara lezione degli Usa.
Sugli oppioidi Mi riferisco allo scritto di Peppino Ortoleva sugli oppioidi comparso sul Secolo XIX del 5/6/2023. È argomento del quale sono particolarmente interessato da tempo perché gli oppioidi sono il cardine della terapia del dolore per i malati di tumore. Uno dei primi obiettivi di chi ha dato vita alle cure palliative finalizzate ai malati di cancro in fase avanzata, la dottoressa inglese Cecily Sounders, è stato appunto l’impegno per rendere disponibile la morfina, l’oppioide principale di riferimento contro il dolore. Il problema della dipendenza e altri aspetti culturali ne impedivano l’uso per chi ne avrebbe avuto particolare bisogno. Negli ospedali Il farmaco era blindato in un armadietto chiuso a chiave, sotto stretto controllo, sottoposto a rigide registrazioni per la vecchia legge di regolazione degli stupefacenti. Si poteva usare occasionalmente se avevi una grave colica renale o un forte dolore da infarto, ma nulla più. Un dolore severo da cancro avrebbe richiesto dosi continuative e quindi il rischio di dipendenza. Con il cancro che ti stava limitando la vita avevi anche la condanna di dover soffrire. Oggi le cose non stanno più così e abbiamo una dovizia di oppioidi che l’industria farmaceutica produce in gran parte sinteticamente senza più ricorrere alla loro estrazione dall’oppio. Tra questi appunto il Fentanil di cui parla Peppino Ortoleva che sta provocando tanti morti negli Stati Uniti con il pericolo che possa colpire anche il nostro Paese. È pur vero che negli Stati Uniti le agevolazioni prescrittive degli oppioidi hanno portato a una alta incidenza di un loro uso improprio rispetto a quello terapeutico, un uso improprio che ha fatto cadere nella tossicodipendenza un gran numero di persone. Vi è stato un picco nel 2017 che ha registrato 185 morti al giorno per overdose, per circa due terzi provocati dall’uso di oppioidi. Un numero di morti superiore agli incidenti stradali di quell’anno. Tuttavia, gli Stati Uniti oggi sono corsi ai ripari stabilendo uno stretto monitoraggio per impedire il loro uso non terapeutico. Il medico che prescrive il farmaco oppioide per il dolore ne indica la dose e per un determinato tempo. Il dato viene inserito in un database nazionale. Chiunque si presenti in una qualunque farmacia della Nazione con una prescrizione di oppioidi è sottoposto al controllo e non può ricevere il farmaco al di fuori della prescrizione stabilità dal medico di primo riferimento. Gli oppioidi sono assolutamente necessari per il trattamento del dolore sia acuto che cronico o prolungato, che è proprio quello che più colpisce i malati di tumore. Non si può proprio pensare di tornare indietro a un tempo in cui era tanto difficile poterli usare. Sarebbe quindi necessario anche in Italia un database nazionale per evitare il ricorso a più medici proscrittori che oggi possono essere ignari uno dell’altro della prescrizione degli oppiodi. Del tutto recentemente il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) degli Stati Uniti ha pubblicato le nuove linee guida per la prescrizione degli oppioidi. Pur non escludendo in assoluto il loro impiego per dolori diversi da quelli provocati dal cancro gli estensori delle linee guida hanno posto in evidenza, con studi medici controllati, una limitata efficacia per i dolori cronici non oncologicì. Il CDC suggerisce di riservare l’impiego degli oppioidi soprattutto ai malati oncologici. Nell’articolo di Ortoleva si pone inoltre l’accento su chi è più colpito in USA dalla tossicodipendenza e su chi quindi più ne soccombe. Sono soprattutto le etnie dei diversi, i neri, gli ispano-americani, gli indiani d’America, gli abitanti dell’Alaska. Sono coloro che si trovano in uno stato di inferiorità per la povertà, il disagio, la discriminazione, la perdita di fatto dei diritti, la perdita della propria identità o del lavoro. La lotta alla tossicodipendenza passa quindi anche attraverso l’abolizione delle differenze e delle discriminazioni, il riconoscimento dei diritti uguali per tutti, la pari dignità per ogni persona. Si paventa il pericolo americano di essere trascinati sullo stesso percorso che ha prodotto tante morti per abuso illecito di oppioidi. La via per evitarlo non è il ritorno alle vecchie restrizioni degli oppioidi, ma evitare una deriva che può trascinare anche il nostro Paese a segnare sempre più confini coni i diversi e non riconoscere loro, come persone, pari diritti e dignità. Genova, 7 Giugno 2023 Franco Henriquet